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Novità


Dante Lepore

Schiavitù

del Terzo Millennio


cm 15 x 21; pagg. 400 - € 15,00



Le allusioni alla «schiavitù» rispetto alla condizione del lavoratore salariato si rivelano sovente un espediente retorico, per marcare la seconda come il lato opposto della schiavitù, una condizione giuridica più dignitosa, più avanzata e libera, sempre migliore. In questo libro si dimostra che questa idea è una forma di ipocrisia e una distorsione di fondo che mistifica la natura fortemente dispotica e coercitiva del rapporto di lavoro salariato. Quello tra capitale e lavoro salariato non è un rapporto tra liberi ed eguali e nasconde un cinico disprezzo dell’essere umano ridotto a merce forza lavoro, avvilito anche, in quanto essere biologico, ad un grado ancora ignoto ai tempi della schiavitù antica, quando i prigionieri erano «salvati» (donde il termine «servus», da «servare») per usarne il lavoro. Oggi molti bambini (e non solo!) vengono rapiti per essere squartati per prelevarne gli organi, di cui esiste un florido mercato, e le stesse cifre della tratta di esseri umani e della schiavitù tradizionale peraltro ipocritamente definite «illecite», superano largamente le razzie e tratte del passato. Questo libro dimostra con l’analisi storica, con le inchieste sulla condizione di lavoro in tutti i settori economici in cui è stato possibile, che la concezione del lavoro salariato come condizione libera e dignitosa rispetto al male assoluto additato nella schiavitù (sempre immaginata e mitizzata e mai conosciuta) è un’ipocrita sostanziale accettazione del capitalismo come il migliore dei mondi possibile e un potente freno alla presa di coscienza della necessità di uscire da questo modo di produzione. Questa presa di coscienza, ostacolata oggi da una pletora di ceti parassiti e lacchè interessati a puntellare un sistema sociale che li foraggia, avverrà nel momento in cui a livello di numeri sempre più consistenti, i lavoratori si renderanno conto che il furto del loro tempo di vita li sta rendendo delle larve peggiori degli schiavi. Da allora sarà possibile l’avvio di un processo di tanti nuovi Spartaco di un mondo ormai globalizzato.

 

Dante Lepore

Dedicato a Torremaggiore

Pagg. 88
Offerta minima € 9,00



Un atteggiamento nel complesso paternalistico verso l’immigrato che caratterizzava anche le organizzazioni della cosiddetta sinistra politica e sindacale, oltre alla chiesa cattolica. Eravamo visti, noi terroni, come gente da «integrare», da educare, a cui fornire una precisa formazione e, per i lavoratori, una disciplina. I pugliesi, tuttavia, oltre al fatto che erano i più numerosi nella città di Torino, erano considerati come una sorta di piemontesi del sud, in considerazione di certa loro fama di intraprendenza e levantinismo. Gli stessi operai meridionali, immancabilmente addetti ai lavori più fetenti o alla catena di montaggio, si trovavano di fronte i vecchi operai indigeni, quelli di mestiere che parlavano piemontese. Era il crinale che si sarebbe alla fine infranto con l’avvento dell’«operaio massa»…e i reparti confino!

 


Eftichios Bitsakis

La Materia e lo Spirito

f.to 14x21 - pagg. 312

Offerta minima € 20,00

Indice (pdf)



Nelle nostre società in crisi, la scienza diventa anche fonte di ideologie: di misticismo da un lato, di riduzionismo volgare dall’altro. Così, la scoperta del genoma umano ha alimentato, con argomenti «scientifici», soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Europa, una corrente di riduzionismo che approda al razzismo e ad una concezione fatalista della storia e delle prospettive dell’umanità. Così, ci sarebbero dei geni che determinano il nostro carattere, il nostro comportamento, persino le nostre idee politiche, ecc. La barbarie umana, le guerre, l’aggressività ecc., si spiegano non con un’analisi della condizione umana ma come fenomeni la cui causa si trova nel nostro cervello: la sua natura, un errore genetico, ecc. Su questa ideologia riduzionista si fonda una concezione fatalista della storia. Infatti, se le mostruosità e la barbarie umana sono inscritte nel nostro codice genetico, se sono il risultato di un errore genetico inscritto nel nostro cervello, in tal caso, bisogna abbandonare ogni speranza che l’umanità possa arrivare un giorno ad oltrepassare lo stadio delle leggi cieche della storia. Lo sfruttamento, le guerre e la barbarie sarebbero il nostro destino.

 


Loren Goldner
Capitale fittizio e riproduzione sociale oggi
la Cina e la rivoluzione permanente

In Appendice: La lotta di classe negli Stati Uniti dal crollo del 2008


Offerta Minima € 5,00


La profondità della crisi in Occidente, dopo decenni di recessione, in Grecia, in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Francia e anche negli Stati Uniti, vede sempre più il proletariato fare ciò che «è costretto a fare» (Marx) a causa delle condizioni di crisi.
Quando questo fermento che si va approfondendo in Occidente incontra un fermento simile in Cina, le connessioni fallite nel 1848 e nel 1917 (quest'ultimo è il punto di svolta della storia, quando la storia non torna indietro, come afferma CLR James) possono «girare il mondo sottosopra» molto più di quanto fece la «Rivoluzione borghese con bandiere rosse» del 1949.


 


Dibattito sulla crisi
(2011-2012)
UN CONTRIBUTO COMUNISTA


A cura di Mario Fragnito e Gianni De Bellis

Saggi di:
MICHELE CASTALDO, GIANNI DE BELLIS, DINO ERBA, PIERO FAVETTA, MARIO FRAGNITO, PAOLO GIUSSANI, DANTE LEPORE, ANTONIO PAGLIARONE

Offerta minima € 15,00



Dal 2007 vediamo molta confusione in giro nelle spiegazioni di questa che riteniamo una fase di crisi epocale del capitalismo, con pochissima percezione di dove essa ci possa portare.

Nel frattempo, anche in chi si rifà agli interessi proletari e cerca di partecipare ai movimenti che si danno, una chiara tendenza che ne individui correttamente i motivi ha difficoltà ad emergere. Alla corretta individuazione di tali motivi si lega strettamente l’efficacia di tutte le lotte che si oppongono al capitalismo; esse possono paragonarsi ad un volo libero nella nebbia: anche con gli strumenti e le conoscenze teoriche, i risultati sono pieni di incognite!

Occorre quindi fare battaglia affinché le avanguardie, i proletari e, meglio, noi stessi, abbiamo chiaro il perché oggi il capitalismo nemmeno nei ricchi paesi imperialisti può più offrire ai proletari qualche speranza di miglioramento; perché per sopravvivere esso dovrà inevitabilmente peggiorare sempre più velocemente le condizioni economiche, ambientali e di conseguenza psicologiche, non solo dei proletari ma di tutti. Se non sarà fermato in tempo, metterà in pericolo, forse in tempi relativamente brevi, la stessa sopravvivenza della specie umana e delle altre specie viventi della terra.

Questo libro vuole dare un modesto contributo a questa battaglia teorica.


 


Dante Lepore
Reddito universale
...o salario garantito?


Per un approccio marxista alla battaglia per il salario garantito
nell’epoca del capitale fittizio.


Offerta minima € 5,00



Questo testo nasce dall’esigenza di precisare i confini di una battaglia per la difesa del salario nel contesto della crisi globale di riproduzione del capitale sociale complessivo che, dal 2008, con la contrazione della produzione capitalistica (vulgo, «decrescita»), sta provocando effetti disastrosi di regressione sociale sia nelle metropoli capitalistiche che nelle ex periferie.

Le conseguenze della crisi si sono abbattute pesantemente sullo stato sociale determinando la necessità di ridimensionare e razionalizzare il welfare, ma anche di abbassare fortemente i livelli salariali per colmare e supportare l’enorme bolla di capitale fittizio con plusvalore fresco.

L’enorme sviluppo delle forze produttive degli ultimi 30 anni ha elevato la produttività del lavoro a livelli storicamente inediti, ma rimane e si accentua la contraddizione di fondo del modo di produzione capitalistico tra produzione sociale e appropriazione privata. Invece di avvantaggiare i lavoratori, l’aumento della produttività del lavoro è andata a foraggiare gli strati parassitari che ormai sono preposti a puntellare, come autentiche stampelle sociali, un corpo capitalistico putrescente e in decomposizione. Il capitalismo, nella sua lunga fase di decadenza, si presenta paradossalmente come «turbocapitalismo» ad alta velocità, nella forma fittizia di «pagherò», di denaro sonante, di capitale finanziario e, in questa folle corsa alla valorizzazione quantitativa ad ogni costo, genera precarietà, insicurezza e angoscia per tutti.

Ci sono come sempre nel capitalismo due modi di affrontare i problemi sociali, uno che rientra negli aggiustamenti del sistema perché continui a funzionare anche se sciancato, l’altro che punta decisamente al suo rovesciamento per proseguire verso un sistema migliore per tutta l’umanità in armonia con la natura. La battaglia per il reddito universale rientra in una strate-gia di ristrutturazione del welfare che superi la precarietà dei sussidi.

Era pertanto necessario discriminare tra salario e reddito e quindi distinguere, con il metodo della critica dell’economia politica, tra rivendicazione del reddito di base universale e salario garantito per la forza-lavoro produttiva sia occupata che a disposizione del capitale (che andrebbe chiamata col proprio nome come «esercito industriale di riserva»).

L’ opuscolo è dedicato al neonato movimento per il salario garantito che a Torino vede come promotore il SI Cobas di Corso Brescia, 22.


 


Lottare per cambiare
Conoscere per trasformare


La critica dell'Economia politica nell'opera di Karl Marx

Percorso seminariale di autoformazione a cura di Dante Lepore


Offerta minima € 8,00


Lo studio del Capitale e del lavoro preparatorio di Marx alla critica dell’economia politica, indispensabile alla comprensione dell’attuale crisi del sistema e alle lotte sociali per uscirne.


 
 
 
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